Titolo: After 3. Come mondi lontani
Titolo in lingua: After we fell
Autrice: Anna Todd
Edizione: Sperling & Kupfer - 2015
Ho deciso che mi leggo tutta la saga, perché tanto ormai sono al terzo; è sempre la solita solfa, ma voglio arrivare alla fine comunque.
Cosa cambia in questo libro rispetto agli altri? Niente. È un litigio continuo con colpi di scena che bho, inutili. Nuovi personaggi che servono solo a dire le cose ovvie, che conoscono tutti, ai protagonisti.
Trama: Tessa deve trasferirsi a Seattle ma Hardin non vuole. Litigano. Hardin fa cazzate giganti. Viene perdonato. Praticamente la stessa trama degli altri due.
Anche qui è un continuo tira e molla, ormai me lo aspetto. Hardin ne combina di ogni, lo sa, ma fa qualcosa per rimediare? Lui crede di sì, io dico di no.
Ah! A momenti mi dimenticavo: siamo passati dal stare insieme 3 mesi nel vecchio libro a 6 mesi. Da dove saltano fuori questi 3 mesi in più?
«Sei mesi?» ripete stupefatto.
«Sì, sei mesi.» Evito il suo sguardo. «Insomma, da quando ci conosciamo.»
- Tessa la fessa
Non cambia niente dal libro precedente. È sempre stupida come un sasso e si fida anche troppo di Hardin, che qui gliene combina di tutti i colori. Ha tantissime occasioni, valide, per mandarlo a Fanculo con viaggio diretto di sola andata e invece che fa? "Sta provando a cambiare, povero cucciolo, devo dargli spazio e capirlo"
«Non è questo il punto; è che sei troppo ingenua. Quante volte te lo devo ripetere? Non tutti meritano la tua gentilezza, Tessa.»
«Ah, la meriti solo tu, giusto?» sbotto.
L'unica, è sottolineo, l'unica cosa positiva che fa è incazzarsi a bestia quando scopre che Hardin le ha rovinato tutte le chance di trovare un appartamento a Seattle. Allora lì si arrabbia di brutto (si lasciano ma tanto si ripigliano perché altrimenti non sarebbe After), con parolacce e roba che vola. Una vera incazzatura alla Hardin e io, per una volta, ero fiera di lei. Poi manda tutto a puttane perché Hardin c'ha gli addominali e i tatuaggi.
«Mi dispiace» mormora. E so che lo pensa davvero, ma...
«Dici sempre che ti dispiace! È sempre la solita storia: fai qualcosa, nascondi qualcosa, dici qualcosa. Io piango, tu sostieni che ti dispiace, e bam! Tutto è perdonato», sibilo. «Ma stavolta no», ripeto.
[...]
«Vattene!» grido.
«No, scusa... io...»
«Fuori dalle palle. Adesso» sbotto, e lui mi guarda come se non sapesse più chi sono.
Altra cosa che trovo ridondante e ormai così cliché che è fastidiosa, è la continua voglia da parte dell'autrice di sottolineare quanto sia sexy e bella Tessa. L'abbiamo capito, non serve fare scene in cui è in un vestito glitterato e fa letteralmente girare la testa a mezzo ristorante. Non servono più le scene in cui va a comprare vestiti. Questa deve trasferirsi, è una stagista e spende e spande come se facesse i milioni. Capisco che è un libro e quindi opera di fantasia, ma qui è davvero esagerato.
Inaspettatamente, il mio vestito è l'oggetto più luminoso della stanza: le paillettes brillano come diamanti nella penombra e mi sento addosso gli occhi di tutti.
[...]
Un uomo di mezz'età rovescia il bicchiere, distratto dal nostro passaggio, e Landon mi tira a sé con fare protettivo. L'abito è castigato, arriva poco sopra il ginocchio; il problema è che è tagliato per una persona con meno seno di me, e il reggiseno incorporato funge da push-up.
Ma nessuno nel loro gruppo, nessuno ha provato a dirle: "Sei bella, bellissima, ma le tette quasi di fuori e il vestito di paillettes per un ristorante di lusso possiamo evitarlo"?! Io scioccata da quanto questi personaggi lascino fare perché Tessa è bella. Come se non sapessero che questo è il genere di cose che rende Hardin geloso da far schifo e quindi insopportabile. Nessuno ha cervello qui.
Poi non è che lei ne abbia di più di cervello, eh. Sa benissimo quanto sia geloso Hardin, quanto sia coglione quando lei ha altri ragazzi attorno, che siano o meno interessati a lei (ma tanto lei è bella bellissima quindi sono tutti interessati, ovvio). E lei che fa? Contatta e cerca sempre gli stessi:
Tiro fuori il telefono e scrivo a Zed. Sono al rettorato. Puoi venire?
Resto a fissare lo schermo aspettando una risposta, che arriva dopo nemmeno un minuto: Sì, sto arrivando.
Ti aspetto fuori, scrivo.
MA LASCIALO STARE 'STO POVERO CRISTO. È finito all'ospedale perché ha una cotta per te, Hardin potesse lo ammazzerebbe pure (e lo sai) e tu che fai? Lo contatti, per cosa poi? Per convincerlo a non sporgete denuncia verso Hardin per essere stato menato nel libro scorso. E lo riferisci ad Hardin? No, ovvio.
Poi per carità, Tessa ha il diritto di vedere chi vuole, ma qui sono tutti cretini e con la mano veloce a piantare coltelli nel cuore degli altri. Potrebbe essere un po' più furba e diffidare di tutti. Soprattutto gli "amici" del college.
- Hardin la causa persa
«Un po’ arrabbiata, ma nient’altro. Sono come intorpidita. Non ho più la forza di andare avanti così. Inizio a pensare che Hardin sia una causa persa, e questo mi spezza il cuore», gli spiego sforzandomi di non piangere.
«Nessuno è una causa persa. Ma qualcuno pensa di esserlo e quindi non fa neppure uno sforzo.»
No, lui lo è e basta.
Cosa combina questa volta questo genio? Troppa roba e Tessa continua a stare con lui nonostante tutto e la cosa è surreale.
●Continua a non dirle perché non vuole andare a Seattle, si vede lontano un miglio che nasconde qualcosa, io punto su una ex mezza schizzata o amici mezzi drogati/molto problematici.
«Non c’è niente per me a Seattle», afferma con un sospiro.
«Io… ci sarei io.»
«Non basta.»
Oh… Gli volto le spalle.
«So che è brutto da dire, ma è la verità. Non ho niente laggiù, mentre tu avresti un nuovo lavoro e ti faresti nuovi amici…»
E secondo lui la soluzione migliore qual è? Andare in Inghilterra. Perché lì invece ha una vita e ricordi d'oro...
Lei in Inghilterra non ha NESSUNO. Dovrebbe mollare tutto e tutti per lui. Lui in America ha la famiglia di suo padre, amici (di merda ma che continua a frequentare) e soprattutto quattrini per mantenere entrambi. Ma sì, andate in Inghilterra a vivere in una bettola, quando lei ha praticamente una carriera universitaria e lavorativa di successo. Falle mollare tutto per te, che sia lei a sacrificarsi invece di te che non hai una mazza e fai solo cazzate. Logico.
«Scusami, ma devi scegliere: Seattle o me.»
Mi fissa per un momento, poi torna sul sedile del passeggero senza una parola.
«Non devi decidere subito, ma non resta molto tempo.» Innesto la marcia ed esco dal posteggio.
«Non riesco a credere che tu mi imponga di scegliere», afferma senza incrociare i miei occhi.
● Le mente dicendole che è stato espulso dall'università dopo le botte date a Zed nel libro precedente, per obbligarla a venire con lui in Inghilterra.
«Davvero ti hanno espulso dall’università?»
Ci penso su, mentre osservo l’insegna al neon che pubblicizza una birra e mi rammarico dei quattro… anzi, dei cinque bicchieri che ho bevuto. «No. Ma lei pensa di sì.»
«E perché lo pensa?» Che ficcanaso.
«Perché le ho detto così. E per oggi basta con le confessioni.»
● Pur di farla restare e non farla andare a Seattle le dice "Ti sposo".
«Ma io non ci voglio venire», piagnucola.
«Lo so, ma non mi resta altro; a parte te, ovviamente.»
«Ti sposo.»
Arretro sbigottita. Devo aver capito male. «Cosa?» Alzo le mani per tenerlo a distanza.
«Ho detto che ti sposo, se scegli me.» Si alza e mi viene incontro.
Lei ci crede, ovviamente. E quando ritira fuori l'argomento questo genio le dice "mica ero serio, oh! sai come sono quando sono ubriaco"
«Sposarti?» Apre la bocca e stringe gli occhi. Ecco, sapevo che non avrei dovuto parlarne. «Cosa?»
«Hai detto che se scelgo te mi sposerai. So che eri ubriaco, ma ho pensato che forse...»
«Hai pensato cosa? Che ti avrei sposata?» [...]
«No, sapevo che non l'avresti fatto, solo che...»
«Allora perché ne parli? Sai quanto ero ubriaco, e volevo disperatamente che tu restassi... Avrei detto qualsiasi cosa.»
●La definisce come pazza quando lo fanno in una vasca e sono senza preservativo e lei non si scandalizza quando lui si ferma. Ovviamente lui da di matto.
Perché è così calma? Ha il suo grande progetto di trasferirsi a Seattle, avere un figlio ora rovinerebbe tutto. Ehi, aspetta…
«È questo il tuo piano? Se ti metto incinta pensi che verrò con te?» Sembro uno di quei pazzoidi teorici del complotto, ma la mia teoria non è campata in aria.
Si gira ridendo. «Non dici sul serio, vero?» Ma quando cerca di abbracciarmi, la respingo.
«Sì, invece.»
«Ma dai, è assurdo. Vieni qui, piccolo.» Riprova ad abbracciarmi, ma la schivo e mi piazzo sul lato opposto della vasca.
Il dolore sul suo volto è inequivocabile. Si copre il seno con le mani. «Sei tu quello che si è dimenticato il preservativo, e ora mi vieni a dire che sto cercando di restare incinta per incastrarti?» Scuote la testa con aria incredula. «Ma ti ascolti quando parli?»
Be’, non sarebbe la prima volta che una pazza ci prova.
● Le mette i bastoni fra le ruote quando lei cerca un appartamento a Seattle. Contatta l'agente immobiliare e mente su che tipo di persona è Tessa facendola passare per un'inquilina terribile, rovinando tutte le chance di avere un posto in cui stare.
La donna all’altro capo, la cui voce mi suona familiare, ribatte: «Mi hai fatto capire che non valeva la pena di perdere tempo a trovare una casa per la tua amica Tessa».
Eh? Aspetta, ma è…
No, non lo farebbe mai.
«Il fatto è che… È meno peggio di come te l’ho descritta. Non è vero che spacca i mobili e se ne va senza pagare.»
Mi si contorce lo stomaco. Invece l’ha fatto.
Esco sul balcone. «Brutto bastardo egoista!» grido.
● E fa tante altre robe: la maltratta, la insulta, le mente, la manipola, incontra una coppia di ragazze gay e quando è assieme a una di loro e Tessa lo vede, non le dice niente per farla ingelosire.
«Fermati» ordina. Con l'altro braccio mi cinge la vita. Sto per divincolarmi, ma lui mi attira a sé. «Smettila di agitarti, tanto non vai da nessuna parte.»
Un istante dopo Tessa vede Lilian, sobbalza e abbassa subito lo sguardo. È gelosa.
Bene. Ci speravo proprio.
«Allora, adesso vuoi scoparti il cameriere?»
[...]
«La pianti per favore? Sappiamo entrambi come andrà a finire. Tu mi correrai dietro promettendo di non trattarmi più male. Torneremo a casa e andremo a letto insieme.»
Resta interdetto pe un istante, ma poi scoppia a ridere. «Sbagliato», si limita a dire, e si avvia verso la porta. «Non lo farò: Sembri aver dimenticato come va di solito: tu fai una scenata per qualcosa che ho detto, te ne vai, e io ti corro dietro solo perché voglio scoparti. E tu...» aggiunge con uno sguardo sinistro, «tu ti lasci sempre scopare.»
«Sei tu!» accusa puntandomi un dito addosso.» Sei tu quella che mi fa infuriare tutti i giorni; è colpa tua se sono così, e lo sai!»
- I personaggi secondari
La famiglia di Hardin. L'unica costante positiva nella vita di Tessa. Le fanno da famiglia. Landon con il suo supporto e i consigli ad Hardin. Karen con amore.
Il padre di Hardin. Finalmente si siedono a parlare del passato di Hardin, lui si sfoga e si arrabbia, dando la colpa al padre.
«È colpa tua» proseguo «È tutta colpa tua. Perché se fossi rimasto con me, forse avresti potuto insegnarmi a... non lo so, a non trattare di merda le persone. Se da bambino avessi avuto un uomo in casa, forse non sarei cresciuto così male.[...]»
Poi mio padre mi stupisce dicendo: «Hai ragione».
Tutta la scena è bellissima. Il padre non minimizza il dolore di Hardin, gli consiglia di andare da un professionista per gestire la rabbia. Hardin gli confessa che ha paura di essere un alcolizzato, il padre non lo giudica, lo ascolta e risponde alle sue domande.
«Cosa c'era di tanto doloroso che cercavi di dimenticare?»
«Non è importante. L'importante è che finalmente un giorno mi sono svegliato e ho smesso di bere.»
«Dopo che ci avevi abbandonati», puntualizzo.
«Sì, figliolo, dopo avervi abbandonati tutti e due. Stavate meglio senza di me. [...]»
Non si tira indietro dalle domande scomode o dal giudizio e dalla rabbia del figlio. E questo aiuta Hardin non a perdonarlo, ma a capirlo e forse ha migliorato un po' il loro rapporto. È una scena che aspettavo da tanto, e devo dire che mi è piaciuto che sia Hardin che abbia cercato suo padre e non il pare che lo ha "obbligato" ad ascoltarlo. 1 punto alla Todd. Good job.
Non lo assolvo per avermi rovinato la vita e per aver scelto l'alcol invece di mia madre, ma ero serio quando ho detto che volevo provare perdonarlo.
Lillian e Riley. La versione lesbica di Tessa e Hardin. A cosa servono? Ma a fare da specchio ad Hardin, a dirgli "le cazzate che fai le faceva anche Riley, facevano male, devi chiedere scusa a Tessa" "Se non la pianti poi Tessa ti molla. Lillian una volta l'ha fatto con me. Adesso la tratto meglio perché ho smesso di fare la cogliona". E lui? Le giudica. Un ipocrita.
«Mi sembra chiaro che neanche tu hai tanti amici.»
«Non molti. A Riley non piacciono.»
«E allora?»
«Non mi va di litigare con lei, quindi non li vedo spesso.»
«Scusa, ma a occhio questa Riley mi sembra una stronza.»
Zed. Sì, c'è ancora. E serve solo a far ingelosire Hardin. Oh! E a salvare Tessa da un tentativo di stupro.
Steph e Molly. Allora, io continuavo a chiedermi che fine avesse fatto Steph, "l'amicona" del college di Tessa. Da un po' mi faceva suonare campanelli di allarme e c'avevo ragione. Fa credere a Tessa che le ha organizzato una festa di addio, quando arriva le molla un bicchiere di vodka e si ritrova a chiacchierare con Zed.
«Cosa bevi?»
«Vodka alla ciliegia. Come ai vecchi tempi.» [VECCHI TEMPI COSA CHE SONO SOLO 6 MESI CHE SEI AL COLLEGE?!]
Non ride, sembra confuso, sposta lo sguardo da me al bicchiere «Te l'ha data Steph?» domanda in tono serio... troppo serio... e intanto sento rallentare i pensieri.
Rallentano troppo. «Sì... perché?»
«Merda.» Prende il bicchiere dal bancone. «Resta qui», ordina, e io facio cenno di sì. Inizio a sentire la testa u po' pesante.
Che sarà mai successo? Qualche imprevedibile colpo di scena verrà messo in atto? Viene portata da Dan (non ricordo chi è, non è importante, lui vuole vendetta per la sorella che è stat filmata da Hardin) nella stanza di Hardin.
«Steph...» ripeto. Ho bisogno che mi aiuti a uscire da qui.
«Piantala di frignare!» sbotta lei.
[...]
«Cosa pensavi? Che fossi tua amica?»[...]«Eri troppo impegnata a fare la puttana, a saltare da Zed a Hardin, per capire che in realtà ti ho sempre disprezzata. Se me ne fosse fregato qualcosa di te, non pensi che ti avrei detto che Hardin usciva con te solo per vincere una scommessa? Non pensi che un'amica ti avrebbe avvisata?»
All'autrice piacciono i cattivi con il discorso pronto. Nel primo libro la madre di Tessa e nel terzo Steph.
«Aiutami a toglierle il vestito», dice Steph.
[...]
«Ehi! Mi pareva che avessi detto di volerle solo scattare qualche foto!» si intromette Molly a voce alta.
«Sì, e forse un piccolo video», ribatte Steph.
«Ma no! Col cavolo, non puoi permettergli di stuprarla!» grida Molly.
«Non... cazzo, non sono mica psicopatica. La toccherà e farà sembrare che stiano scopando, così Hardin guarderà il video e uscirà di testa.[...]»
Tessa viene salvata da Zed che la porta dalla madre e Molly chiama Hardin. Ovviamente questo si aggiunge ai traumi pesanti di Tessa assieme all'incidente in auto del libro precedente. Hardin ne terrà conto? No.
- I classici e il finale
Viene menzionato un nuovo classico: Grandi Speranze. Che qui hanno voglia di ammazzarsi. Assieme ad Orgoglio e Pregiudizio...
Come finisce? Tessa va a Seattle e si mollano, di nuovo. Ma Hardin vuole riprovarci. Tessa gli dice di no, ma che possono ricominciare da 0. Parlandosi solo al telefono e facendo con "calma". E visto che Hardin ha deciso che vuole cambiare accetta e ammette che forse ce la possono fare. Tutto questo per fare la scena di sesso al telefono. Of course.
«Per quanto tempo dobbiamo stare lontani?»
«Be'...» non mi aspettavo che accettasse. «Non lo so.»
«Una settimana? Un mese?»
«Non lo so Hardin. Finché non stiamo entrambi meglio.»
Quindi mai. Ti prego ascolta me e digli: mai. No? Te pareva.
Voglio creare una carta Bingo per i cliché nei romance. Per ora ho:
Bad boy
Mary Sue
Trombano/scopano/chiavano
Lei è vergine/intoccata
Classici della letteratura menzionati
Si odiano ma si cercano
Lei si ubriaca
Lui fa lo stalker
Si accettano consigli!

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